Cultura

Per Vito

E' mancato un caro amico, un uomo con cui abbiamo condiviso valori e passioni civili, nutriti e coltivati dalla memoria storica. Era stato partigiano, Vito, e quell'esperienza, seppure breve, l'aveva segnato per sempre, rafforzando in lui lo spirito di libertà, la difesa dei diritti umani e civili, il rifiuto della guerra e della violenza, la fiducia nella democrazia e nel progresso. Durante l'esperienza nell'Ossola, nella Brigata guidata  da Alfredo Di Dio, aveva conosciuto con entusiasmo la prassi della democrazia e del confronto dialettico; in seguito, in Val Grosina, aveva patito per la mancanza di tale confronto, dovuta all'impostazione sostanzialmente militare della Resistenza in Alta Valle.

Che cos'è la giustizia riparativa

La Fondazione Melazzini, l'Azione Cattolica Diocesana, l'associazione "Il Richiamo del Jobel" con l'adesione delle organizzazioni del Tavolo di Camaldoli promuovono un incontro sul tema della giustizia riparativa che si terrà a Sondrio, martedì 27 febbraio, alle ore 20.45, presso la Sala Vitali del Credito Valtellinese.
Nato alla fine degli anni 80 del 900 questo nuovo approccio alla giustizia non prende in considerazione solo la pena come conseguenza giuridica da attribuire a determinati reati ma valuta il crimine come una violazione contro le persone e le loro relazioni.
I danni commessi comportano obblighi, il principale dei quali è quello di rimediare alle conseguenze della propria condotta.
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La riforma del Terzo Settore presentata dal Tavolo di Camaldoli

Il Tavolo di Camaldoli, nato nel 2013 per ricordare i 70 anni del famoso documento unanimemente ritenuto il punto di riferimento per i cattolici impegnati socialmente e politicamente nella rinascita dell’Italia post-bellica, raggruppa oggi diverse organizzazioni della nostra provincia che, attraverso varie iniziative, ritengono importante contribuire a nutrire la nostra società di speranza e cultura in questa fase di crisi e trasformazioni per le nostre comunità. L’intento del Tavolo di Camaldoli della provincia di Sondrio è quello di partire dallo studio e dall’approfondimento del Codice di Camaldoli per alimentare il dibattito, oltre che all’interno delle organizzazioni e tra le organizzazioni promotrici, nella società civile.

Grazie Francesco

Oggi Papa Francesco si é recato sulla tomba di due preti "ribelli e obbedientissimi", Don Primo Mazzolari e Don Lorenzo Milani, due figure che per tanti della mia generazione sono stati simboli, per non dire miti, di un cristianesimo puro e radicale e di un impegno pedagogico a favore di chi ha meno.
La famosa frase che "non c'è maggior ingiustizia che far parti uguali tra diversi" é divenuta negli anni un manifesto d'impegno per larga parte della scuola italiana.

+++ Più Segni Positivi, un'opportunità per il bene comune

+++ Più Segni Positivi è un facilitatore di relazioni e un attivatore di opportunità, nato nel 2015 per sostenere persone e famiglie che, nel mandamento di Sondrio, vivono una situazione di temporanea difficoltà economica. La definizione è chiara e risponde - potremmo dire purtroppo - ad una necessità, ad un’urgenza divenuta tale, negli ultimi anni, anche nella nostra piccola Valle Alpina, da sempre in vetta alla classifica (5° posto a dicembre 2016) dedicata alle province italiane dove si vive meglio redatta ogni anno dal Sole 24 Ore.

Può definirsi democratico un sistema in cui pochi detengono la ricchezza a scapito della popolazione?

Quando si pensa alla democrazia, in genere si allude soprattutto alla sua dimensione politica, alla sua forma strutturale di governo e gestione di una comunità. In questa particolare fase storica poi, l’analisi delle tante criticità di questa forma di governo sembra focalizzarsi soprattutto su alcuni aspetti legati principalmente al rapporto tra elettori ed eletti; perciò un’attenzione rivolta alla dimensione parlamentare della democrazia.

25 Aprile, patrimonio ancora non condiviso

Anche quest'anno si registrano polemiche, contrasti, reciproche incomprensioni attorno a questa data che, a distanza di molti anni dai fatti che intende ricordare, risulta sì essere entrata a far parte ormai della nostra memoria collettiva ma non di quella condivisa. Se infatti la memoria collettiva rimanda ad un unico passato cui nessuno di noi può sottrarsi e che coincide appunto con la nostra storia, la memoria condivisa - come scrive Sergio Luzzato - sembra quasi presumere un'operazione più o meno faziosa di azzeramento delle identità e di occultamento delle differenze.  Il rischio sarebbe allora quello di una smemoratezza patteggiata, di una comunione della dimenticanza. Quegli avvenimenti lontani nel tempo costituiscono una storia che spesso ancora divide

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