La luce della memoria.
Per la giornata della Memoria lo storico Bruno Maida presenta a Sondrio domani, mercoledì 22 gennaio, il suo libro "La Shoah dei bambini. La persecuzione dell’infanzia ebraica in Italia 1938/1945". Nel testo si raccontala la storia dei circa 1000 bambini ebrei perseguitati e deportati dall’Italia a fronte dei circa 4000 allontanati dalle scuole pubbliche del regno, il 21.5% della popolazione ebraica complessiva residente. Dei 776 bambini ebrei italiani deportati ad Auschwitz ne sono sopravvissuti 25, degli oltre 200 di età inferiore ai 14 anni deportati dal ghetto di Roma nell’ottobre 1943 non è tornato nessuno. Bruno Maida da tempo dedica la sua ricerca storica al mondo dell’infanzia all’interno del progetto complessivo del nazismo che prevedeva più momenti: la rimozione della specificità dell’infanzia come elemento determinante nella costruzione del futuro (da sempre infanzia è sinonimo e metafora di futuro) e dunque la cancellazione di tutti i bambini considerati razzialmente inferiori e perciò pericolosi, come pure la loro manipolazione attraverso la scuola e le altre organizzazioni naziste che avevano lo scopo di costruire il nuovo stato tedesco. A ben vedere scuola e morte venivano a coincidere. Dunque i bambini non hanno il diritto di esistere, essendo l’infanzia il futuro di un popolo quello ebraico deve scomparire. Lo sterminio dei bambini ebrei, zingari, slavi, disabili - si calcola
circa un milione e mezzo in Europa - fu coscientemente perseguita come la miglior garanzia che "le razze" considerate inferiori non avessero un futuro. Cercare e raccontare le loro storie, uno per uno, per quanto sia possibile è ciò che tenta di fare l’autore non solo perché la memoria è un dovere o come dice Liliana Segre una luce ma per indicare ai più giovani una strada, per aiutarli a guardare al presente e al futuro con speranza negli uomini e nella vita. Pur essendo stato il 900 il secolo dell’infanzia e pur di fronte ad innegabili progressi scientifici, economici e sociali, ancora oggi nel mondo milioni di bambini hanno un’infanzia negata: per fame e sete, malattie, povertà, sfruttamento di vario genere, con l’aggravante che oggi non possiamo dire di non sapere.