Il ricercatore che amava i Lego e la vita delle tèrmiti
Fa bene al cuore, di questi tempi, vedere un gruppo di ex studenti organizzare un convegno rivolto agli attuali studenti dei licei della nostra provincia per ricordare e onorare un loro insegnante, prematuramente scomparso, di cui hanno apprezzato “l'approccio creativo e personale all'insegnamento e all’educazione". È ciò che avverrà a Sondrio sabato 21 aprile presso l'Auditorium Torelli con la partecipazione di circa 400 studenti coinvolti, a vario titolo, già nella fase di preparazione del convegno stesso. Un’ iniziativa che fa bene raccontare, che sottolinea le foreste che crescono più che gli alberi che cadono, che avvicina tanti ragazzi alle tematiche scientifiche e, perché no, al mondo del lavoro. Il tema sarà L'ELETTRICITÀ e di questo tema la nostra valle è stata ed è tuttora protagonista. Il gruppo di ex studenti, ora giovani manager o ricercatori che lavorano in diverse parti del mondo, ha tra i suoi protagonisti Eugenio Piasini che, dopo una brillante Laurea in Fisica, un dottorato di ricerca in neuro scienze a Londra, corsi e ricerche all'Università di Harvard e all’ Istituto Italiano di Tecnologia nonché numerose pubblicazioni scientifiche, ora prosegue la sua attività di ricercatore presso l'Università di Filadelfia. Eugenio si occupa di neuroni, dei loro rapporti e interazioni, in pratica delle complesse funzioni di base del nostro cervello. L’ organizzazione del convegno in ricordo di Gabriele Marveggio, suo insegnante di V Liceo, è stata l'occasione per una curiosa e stimolante conversazione. Gli ho chiesto innanzitutto qua l'era il suo gioco preferito da bambino. "I Lego - mi ha risposto subito - perché era un gioco non competitivo in cui potevi costruire, smontare e rimontare a tuo piacimento, con infinite possibilità combinatorie, apparentemente senza regole vincolanti se non quelle della tua immaginazione". E le letture? "Di tutto: avventure, fumetti, riviste come Focus o Natura che portava il mio papà, ma soprattutto direi tutta la collezione sugli animali -150 videocassette - di Piero Angela. Ricordo che avevo un’ attrattiva speciale per il video sulla vita delle tèrmiti di cui all'epoca non sapevo la ragione e che invece oggi mi è piuttosto chiara. Infatti quello delle tèrmiti è un sistema complesso formato da tanti individui semplici, che attivano comportamenti semplici, ma che nell'insieme funzionano come un sistema complesso; “simile al metodo di lavoro che oggi utilizzo. Oppure ricordo un altro video sul quale mi perdevo: quello sul sistema nervoso dei cefalopodi e la loro differenza con quello dei vertebrati. Chissà perche! Ho fatto un buon Liceo e ho avuto validi insegnanti - prosegue - Eugenio, ed è anche per questo, per restituire una piccola parte di quanto abbiamo ricevuto che, con altri miei compagni, organizziamo questo incontro annuale a ricordo del professor Marveggio". Gli chiedo ancora qual'è la qualità o la disposizione che si riconosce che gli consente questa intensità di studio, questa vita da laboratorio, in giro per il mondo. “Non fatico troppo a concentrarmi, ho un certo allenamento all’applicazione, è il mio metodo, il mio punto di forza, se così si può dire. Coltivato è sviluppato negli anni praticando le arti marziali e arrampicando in montagna. La montagna mi piace molto - dice - perché richiede totale concentrazione, quando arrampichi non puoi pensare ad altro”. L'ambiente scientifico è un ambito competitivo o premia la collaborazione ? “Forse è più competitivo ma, questo sarà un mio limite, sono avverso al conflitto in generale, preferisco sempre collaborare piuttosto che competere perché, a mio parere si arriva più lontano. Il prezzo da pagare è la condivisione”. Gli chiedo, infine, se ha un ricordo preciso della sua infanzia che lo rimanda a questo amore per l'aspetto scientifico della natura. Eugenio ci pensa un momento e poi mi regala questa tenerissima immagine. “Quando ero molto piccolo e il papà era a casa raramente perché faceva il sindaco, appena poteva mi portava a fare una passeggiata lungo l'argine dell'Adda o dei fossi e insieme osservavamo gli animaletti sotto i sassi e nei prati. A me piaceva molto”. Non è retorico dire che è rassicurante incontrare persone così, che si dichiarano grate alla società che le ha cresciute e alla scuola che le ha educate, che preferiscono collaborare che confliggere “perché si arriva più lontano”, che non sono asceti ma amano la vita in tutte le sue forme e che, pur giovani, riconoscono l'importanza della memoria nella crescita personale e collettiva.