Verso la declinazione della Carta di Valori montana, quale punto di partenza.

Lo scorso anno, il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa che dal 2010 si svolge a Verona su iniziativa della Fondazione Toniolo, ha proposto al suo termine un inedito strumento per impegnare cittadini e istituzioni a concretizzare temi e argomenti discussi durante il Festival: la CARTA DEI VALORI.  Un documento avente lo scopo di individuare in sintesi un elenco di obiettivi che si ritiene prioritari per la propria realtà territoriale. L’idea è stata riproposta anche quest’anno con l’aggiunta di coinvolgere una vasta rappresentanza del territorio nazionale, visto che il Festival si è svolto in modo diffuso coinvolgendo 24 città italiane, da Aosta a Mazara del Vallo. A ciascuna è stata chiesta di proporre una propria edizione locale per accomunarle tutte in un gesto di concretezza e speranza. Un chiaro proposito di trasformare la tensione morale ed etica della Dottrina Sociale in iniziativa pubblica trasversale, oggi e per tutti: Mettendola sulla CARTA, perché ne rimanga traccia, sia per dare continuità sia per farne memoria; in un tempo in cui l’entità di notizie e informazioni contingenti ci schiacciano sul presente, sul breve periodo e ci impediscono di originare visioni e strategie. Enunciando dei VALORI, intesi come principi, indispensabili per generare un agire coerente con la dignità umana e la centralità della persona ovvero in grado di orientare proposte e progetti concreti. VALORI intesi anche come “di valore” ossia importanti e nevralgici per il futuro delle nostre comunità. Anche l’edizione del Festival della provincia di Sondrio ha risposto all’invito con ben 13 organizzazioni, nello specifico, esse hanno pensato di promuovere una “Carta dei Valori MONTANA” ossia uno strumento che tenesse conto innanzitutto della specificità del nostro territorio. Una specificità che ci ha sempre riempito d’orgoglio, ma che da generazioni sappiamo quanto sia faticosa, a causa della vastità del nostro territorio e della sua conformazione morfologica.  Ovvero quanto sia tutt’oggi oggetto di evidenti sperequazioni rispetto ad altri distretti, a causa della bassa presenza abitativa e dello scarso numero di vie di comunicazione. Una specificità, quella di essere area alpina montana, che deve generare in noi la responsabilità di farla diventare collettiva oltre alla nostra provincia,  nazionale ed europea, lavorando per farla conoscere oltre ai confini della nostra provincia come area vitale e importante, in virtù dell’indispensabile ruolo che esercita nell’ecosistema umano. Una Carta di Valori specifica delle nostre “terre alte”, che nasce allo scopo di fare unione fra le diverse espressioni del territorio, unione non intesa come uniformità bensì come diversità che si incontrano e dialogano per arricchirsi reciprocamente. Consapevoli che al di là delle appartenenze e delle storie reciproche c’è sempre nell’altro un valore, il cui incontro genera conoscenza, comunione e condivisione;  sono queste esperienze di convivenza imprescindibili per costruire e lavorare insieme. Siamo fermamente convinti che solo le idee a confronto producano valore aggiunto e che se la cronaca può essere fatta di vincitori e vinti – come spesso ci piace alimentare – la storia nella realtà passa oltre a ciascuno di noi ed alla fine il vero giudizio sarà quello delle generazioni future, ossia quelle che vivranno sulla propria pelle gli effetti delle nostre scelte ed azioni. Quindi proponiamo una Carta di valori che miri ad essere un punto di partenza a disposizione di tutti per generare un percorso comune; essa è stata pensata come strumento inclusivo che possa essere arricchito dalle competenze, ruoli e responsabilità che sono presenti nella nostra provincia. L’inizio di un percorso centrato sul perseguimento di azioni e progetti concreti, capaci di far convergere su di loro risorse umane ed economiche.  Azioni che possano essere condivise da chiunque, nel cui solco possano tutti esprimere protagonismo e partecipazione. Un percorso di eccellenza che valorizzi la nostra provincia a livello nazionale ed internazionale. Un percorso lungimirante che mediante la generazione di risposte corrette ai bisogni sociali ed economici della nostra provincia, costruisca il bene comune delle nostre comunità valtellinesi e valchiavennasche. E’ con questo atteggiamento che proponiamo un primo elenco di enunciati importanti da perseguire, obiettivi che riteniamo rilevanti per lo sviluppo delle nostre comunità . 

Le 12 organizzazione firmatarie ritengono urgente e importante intraprendere un percorso sui seguenti punti: 

  • il perseguimento di un modello di sviluppo economico della provincia in una logica green (cosiddetta green economy)
  • la tutela della specificità e dell’identità montana
  • la valorizzazione del patrimonio agro-alimentare montano della provincia
  • la realizzazione di un piano di sviluppo turistico sostenibile
  • la promozione di un nuovo modello di sviluppo di welfare di montagna
  • la progettazione di un modello città di montagna, attraverso: il recupero di zone abitative contro lo spopolamento, la tecnologia e lo smartworking
  • la valorizzazione del patrimonio edilizio locale

Ribadiamo sono solo alcuni punti, assolutamente non esaustivi e che privilegiano un approccio economico e sociale ma non ne escludono altri. Per noi tale carta non è uno scopo o un fine ma semplicemente un mero strumento facilitatore, facilitatore di cambiamento e bene comune. Uno strumento imperniato sul dialogo, l’ascolto e il sereno confronto per la nascita di una innovativa collaborazione di tutti per uno sviluppo armonico delle nostre comunità. Coltiviamo il desiderio che essa possa giungere a generare uno o più gruppi di lavoro che elaborino e definiscano proposte e progetti concreti. Magari, in una logica programmatoria pluriennale ossia capace di coniugare azione e visione ossia perseguire strategie lungimiranti di lungo periodo mediante programmi caratterizzati da azioni concrete. Riteniamo infine che vi sia una parola che possa sintetizzare, le nostre idee ed aspettative, una parola che diventi stile e metodo di lavoro: COLLABORAZIONE. Intesa come atteggiamento di fiducia e relazione reciproca, metodo virtuoso per giungere ad un ampio lavoro di squadra.  E’ questo per noi  ‘‘FARE MEMORIA DEL FUTURO’’, essere consapevoli che siamo dentro un percorso che ci precede e che ci supera. Un percorso che punta ad avere uno sviluppo della MONTAGNA, delle aree alpine, orientato dal senso: il buon senso della concretezza e il senso dei valori.  Consapevoli che le sfide globali che viviamo e ci attendono o le vinciamo insieme o non le vinciamo.

Danilo Ronconi, coordinatore Tavolo di Camaldoli