Binario 21, da lì partiva il treno per l'indifferenza. La storia si ripete.

“Quello che è accaduto non può essere cancellato ma si può impedire che accada di nuovo”.

 

Mai come oggi questo monito di Anna Frank ci colpisce al cuore, ci colma di tristezza, di rabbia, di frustrazione per la nostra incapacità e inutilità ad impedire che ciò accada.

Non abbiamo attenuanti, ogni giorno sappiamo e vediamo ciò che un tempo è accaduto e tuttora accade in tante parti del mondo e della nostra civilissima e ricca Europa.

Lunghe file di uomini e donne avvolti in coperte di fortuna, senza scarpe, che come fantasmi camminano nel rigido inverno slavo alla ricerca di un confine, da cui vengono sistematicamente respinti, barconi strapieni di giovani uomini e donne e bambini che cercano una vita più degna, piccoli spazi pieni di pozzanghere in mezzo a macerie di ogni tipo dove si affacciano bambini laceri alla ricerca di un raggio di sole, tende strappate da cui spuntano faccette smunte che chiedono cibo...e l’elenco potrebbe continuare

Tutti vediamo, in tanti guardiamo, in molti soffriamo e ci lamentiamo per questo ma non facciamo nulla, ci sembra di non poter fare nulla, tranne mettere qualche “lacrimuccia” sotto le immagini più strazianti 

“Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici...” versi di una potenza e di una profezia quasi agghiacciante perché quel Voi siamo Noi.

Il sentimento di impotenza e frustrazione, purché reale, non può però essere alibi per la nostra rassegnazione.

Accanto agli apporti individuali si dovrebbero cercare i modi per scuotere sempre più coscienze, poteri, interessi, popoli e governi, istituzioni per impedire l’indifferenza verso persone che la Storia sembra aver collocato nella parte sbagliata del mondo. 

Allora ha senso ricordare, ha senso lodare quelle maestre di quarta elementare che spiegano ai bambini che cosa è stato l’olocausto, perché è accaduto, come oggi si possa ripetere, chi era Anna Frank e perché una certa signora Liliana ha voluto che al binario 21 della stazione centrale di Milano si scrivesse la parola indifferenza. 

Questi bambini che chiedono di conoscere questa storia per loro incomprensibile e inconcepibile sono la speranza perché non vincano l’indifferenza e la stanchezza, insieme alle forti parole di Papa Francesco che, accanto alla preghiera, propone una spietata e dura visione di un mondo costruito unicamente sull’egoismo individuale, di gruppo, di classe, di potere.

Che ogni giorno sia di memoria per chi ha sofferto e soffre ingiustamente, da parte nostra chiniamo il capo riverenti in preghiera e lottiamo perché anche nelle nostre piccole vite quotidiane l’indifferenza sia il più delle volte sconfitta. 

 

Alfonsina Pizzatti