La scomparsa del dottor Paolo Raineri
Riceviamo e pubblichiamo il ricordo di Paolo Raineri a cura di Bruno Ciapponi Landi.
Domenica 17 settembre 2017. È morto questa mattina a Milano il dott. Paolo Raineri. Nato nel 1931, laureato in Medicina e Chirurgia, specialista in Cardiologia ed Endocrinologia, è stato Primario di Medicina Generale negli Ospedali di Tirano, Vimercate e Fatebenefratelli di Milano. Legatissimo alla Valchiavenna e a Campodolcino, da cui era originaria la madre (una delle prime donne diplomate ragioniere in provincia) vi trascorreva lunghi periodi nella casa che aveva restaurato (era la vecchia dogana) con passione di studioso del passato. Dal 1970 al 1985 è stato consigliere comunale di Campodolcino e sindaco dal 1999 al 2004. Ha rappresentato quel Comune nell’assemblea della Comunità montana della Valchiavenna, dalla sua istituzione al 1982 e ne è stato contemporaneamente assessore alla Cultura. In questa veste ha promosso la rete bibliotecaria della valle, la pubblicizzazione del Museo del Paradiso, la centralizzazione degli archivi storici comunali, il coordinamento dei musei. Era un animatore instancabile, convinto della necessità di farci superare il torpore che troppo spesso ci caratterizza (che chiamava “letargia retica”). Preparato, abituato all’organizzazione, capace di orientarsi, non prendeva tuttavia iniziative senza aver consultato chi poteva aiutarlo a migliorarle. In ospedale dedicava molto tempo allo studio delle cartelle cliniche avvalendosi di una aggiornata biblioteca di lavoro. Fu fra i primi ad utilizzare la telescrivente per farsi mandare dagli Statui Uniti la documentazione sui casi ancora non ben documentati in Italia. Sul piano della ricerca ha promosso varie iniziative sempre affidate a ricercatori validi, all’occorrenza di primordine. Presidente dell'Ecomuseo Vallespluga e del Consorzio delle Frazioni Corti e Acero, è stato ideatore e promotore del MU.VI.S, (Museo della via Spluga e della Val San Giacomo) e del recupero del Palaz di Campodolcino dove il museo ha sede. Sostenitore dell’IDEVV (Istituto di Dialettologia e di Etnografia Valtellinese e Valchiavennasca), era consigliere del Centro Studi Storici Valchiavennaschi. Ha anche presieduto la fondazione ISMU (Iniziative e studi per la multietnicità) ed è stato membro del consiglio di amministrazione dell’Università statale di Milano. Per vari anni è stato membro della Commissione centrale di beneficienza della CARIPLO in rappresentanza della provincia di Sondrio, poi confermato nella carica in rappresentanza dell’Arcidiocesi di Milano. Ha scritto poesie nel dialetto di Campodolcino (Brì) in parte pubblicate nel volume “La mäta da la balzäna róssa” (La ragazza dalla gonna rossa, sua moglie Edì) ed un suo lemmario del dialetto di Campodolcino è in corso di revisione per la stampa. Attivo pressoché fino all’ultimo, lascia un vuoto presso amici e collaboratori che non sarà facilmente colmabile, a loro, alle figlie e ai nipoti il ricordo di una vita ben spesa, per la comunità, nella professione e nella politica.