L'estate dell’alluvione e delle frane
Era iniziata il 18 e 19 luglio, dopo alcuni giorni di pioggia preceduti da un caldo intenso che aveva fatto sciogliere in alta montagna le nevi cadute poche settimane prima creando una generalizzata e grave situazione di instabilità su vasta parte del nostro territorio. Poco dopo, 45 torrenti grandi e minori, affluenti di destra e sinistra dell’Adda, esplodevano scaraventando a valle masse enormi di acqua e detriti costituiti da massi, pietrame, alberi e terriccio. L'Adda si era ingrossata a vista d'occhio e aveva cominciato a straripare determinando vasti allagamenti. A Tartano crollavano una casa e un albergo: 24morti e 12 dispersi. Tra loro il nostro amico Marcellino Gusmeroli, sua moglie e le sue due figlie, mai più ritrovati. Frane e allagamenti si riversarono su tutta la valle: Morbegno, Sondrio, Tirano, Grosio, Sondalo, crollarono ponti, pezzi di strade, scoppiarono acquedotti e fognature. Il Corriere della Sera titolava in prima pagina:”E’ una catastrofe!”. E mentre su tutta la Stampa nazionale, accanto alla cronaca, imperversa un dibattito a volte onesto a volte invece ideologico e interessato su colpe e responsabilità, il 28 luglio dal monte Coppetto in Val Pola si staccò una frana che seppellì il paese di Aquilone (frazione di Valdisotto) con i suoi abitanti e rimbalzò sul versante opposto della montagna: nuova batosta e nuovi morti e dispersi, 29. I comuni del Bormiese restarono isolati. Il dramma e il dolore furono grandi tanto quanto la voglia di resistere e di agire che la gente manifestò. Le Istituzioni furono vicine: per ben due volte arrivò il Presidente del Consiglio, Giovanni Goria accompagnato dal Presidente della Comunità Europea, Jaques Delors, il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, il Presidente della Regione, diversi ministri, il Cardinale Martini con il Vescovo. 30 anni fa la Stampa locale era stampa di partito. Centro Valle era un mensile, l’Adda e il Lavoratore Valtellinese settimanali, come il Corriere della Valtellina e in agosto non uscì alcun giornale locale. Ebbene, con Giancarlo Grillo Della Berta, storico giornalista del Corriere, chiedemmo alla tipografia Ramponi, presso la quale si stampava il nostro giornale, di richiamare due operai dalle ferie e, per l'arrivo del Presidente Cossiga stampammo un foglio di cronaca e di saluto in dieci mila copie subito esaurite. Il nostro ricordo di quei giorni si vuole fissare, tra i tanti possibili, su due aspetti:
- riflettere su un tema quanto mai attuale: quello del rapporto tra l'uomo e la natura “che non può essere per intero tenuta al guinzaglio dall'uomo" come scrisse Giulio Spini
- una suggestiva dichiarazione d'amore per la nostra Valle, quella di Giorgio Bocca, pontasco d’adozione, apparsa su La Repubblica del 2 settembre 1987.