Donna Flo e la sua arte

Conversazione con Floriana Palmieri: pittrice, scultrice, ricercatrice, musicofila, artista nella sua completezza

Spesso cerchiamo altrove ciò che non conosciamo e apprezziamo vicino a noi, ciò che abbiamo sotto il naso. Capita per molti aspetti della nostra vita, capita ogni giorno: visitiamo luoghi lontani o esotici e, spesso, ignoriamo le bellezze vicine. È un luogo comune che in tanti ripetiamo ma che, appunto, ci limitiamo a ripetere Rientra un po’ in questa prospettiva, a mio giudizio, anche Floriana Palmieri: pittrice, scultrice, ricercatrice, musicofila, artista nella sua completezza Floriana, chiamata amicalmente Flo, a 75 anni splendidamente e serenamente portati, continua a lavorare, creare, sperimentare come una ragazza a inizio carriera È molto nota soprattutto per i suoi lavori in pietra ollare, quella roccia formatasi tra le serpentine del Mesozoico, di colore grigio-verde, già conosciuta dagli antichi e il cui primo impiego fu per la cottura dei cibi (Olla in latino significa pentola) La nostra Valmalenco ne è ricca e Floriana, dopo le scuole di disegno e scultura, inizia proprio da lì, da quella pietra dura ma dolce e tenera sotto i suoi attrezzi da cui ricava oggetti e composizioni straordinarie, esemplari unici dove incisioni, graffiti, bassorilievi sono frutto unicamente dell intervento manuale, della professionalità e del suo talento artistico Il suo lavoro - dice - è artigianato artistico e aggiunge che con l’arte non si mangia con l’artigianato un po’ di più.

Gradualmente ha poi orientato la sua ricerca verso nuove forme e nuove tecniche arrivando fino ai complementi d’arredo, a oggetti d’arte ornamentale, ad accostamenti e fusioni di materiali, a proposte sempre diverse. Ad esempio abbina la pietra ollare al titanio dipinto in elettrolisi, al mosaico, al vetro, alla terracotta, al rame, all’argento Una ricerca continua che l’ha resa nota in Italia e all’estero procurandole numerosi riconoscimenti.

Ho lavorato molto - dice Floriana - e ho partecipato a molte mostre internazionali, le mie opere sono state scelte per rappresentare il nostro Paese all’Expo di Tokyo e di Brisbane in Australia e sono state selezionate da Artigianarte Lombardia per esposizioni ad Anversa, New York, San Pietroburgo, Tokyo, Buenos Aires, Berlino, Lubiana, Toronto, città del Capo, oltre che Milano, Firenze ed altre città italiane Aggiungiamo noi: a N. Y ha esposto nella Quinta Strada davanti al Donald Trump e alla sede della Borsa”.

Chiedo a Floriana come sia arrivata al mosaico partendo dalla pietra ollare “Quella del mosaico è un’arte molto antica, già nota presso gli Egizi e successivamente tra i Greci e i Romani che trova il suo massimo fulgore nel periodo bizantino quando alle tessere di marmo vengono affiancate quelle in pasta di vetro e smalti. Basta pensare ai nostri meravigliosi mosaici di Ravenna Ebbene utilizzo gli stessi materiali e le stesse tecniche per ricreare espressioni di quel l’antica arte, ma cerco di darne una versione più personale e moderna.

La duttilità di manipolazione dei materiali offre diverse possibilità d’impiego di queste creazioni: dal ripiano di un tavolo alla cornice di uno specchio, dal pannello da parete alle decorazioni per cappelle cimiteriali, piastrelle, pavimenti. Anche il mio recente lavoro per l’ospedale di Sondrio è un mosaico che ho realizzato dopo aver vinto un bando nazionale. Ha come tema la centralità delle persone e ho privilegiato l’uso di marmi e graniti. Su un grande spazio definito è riempito di colore ho inserito piccole tessere con particolare attenzione al disegno creato dalle venature dei marmi con lo scopo di trasmettere una visione calda e intima di figure strette in un abbraccio di consolazione ma anche di gioia”.


 

Oltre la pietra ollare il Circolo Musicale

Floriana, accanto e oltre il lavoro artistico, è stata per molti anni, anima appassionata e operativa del Circolo Musicale. Il CID nato come centro culturale a più vasto raggio è divenuto sempre più centro musicale, organizzatore e gestore della stagione musicale sondriese.

Non fu certo facile, ricorda, istituire dal nulla il Circolo Culturale, il Centro Arti Figurative nonché una stagione musicale, ogni iniziativa culturale o artistica. Ogni cartellone era sentito come un vero banco di prova. La prima serata concertistica fu il 29 febbraio 1960, l’inizio di una serie che diverrà negli anni una tradizione consolidata e primo passo per costruire una stagione concertistica in valle. Il CID, fondatore e Presidente sino alla sua elezione a Sindaco Alberto Frizziero, era nato come agenzia giornalistica rivolta alla stampa minore del Paese. Poi, si sa, da cosa nasce cosa: una conferenza, un dibattito, un concerto, una mostra, una pubblicazione e infine l’azzardo, vincente, ossia una vera e propria stagione concertistica Il gruppo fondatore era costituito da giovani universitari e diplomati, pilastro organizzativo Floriana Palmieri, con tante idee e voglia di fare. Fra gli altri da ricordare Giovanni De Censi, Antonio Del Felice, Carlo Bergamasco, Ivan Fassin, Giorgio Scaramellini, Guido Bellini Bressi, Giovanni Bettini, Giancarlo Carrara, Pierangelo Livraghi, Claudio Snider e Marilena Palmieri, prima direttrice artistica cui seguirono negli anni persone competenti e capaci, fino agli ultimi due: Maria Pia Maselli e Giovanni Mazza”.

Cinquanta stagioni concertistiche non segnano solo il tempo trascorso ma anche il cambiamento che quegli eventi hanno prodotto nelle persone come organizzatori, interpreti o pubblico. Anni in cui di Sondrio si parlava favorevolmente negli ambienti musicali che contano in Italia, anni in cui – definizione di Gazzelloni venuto a Sondrio diverse volte -, andare a suonare a Sondrio era come andare ad una gita-premio o a una rimpatriata di vecchi amici.

Dico a Floriana che sarebbe importante ricostruire la storia di questi 50 anni di musica in provincia e lei mi risponde che da tempo è pronto un testo ben documentato, uno spaccato importante della vita della nostra comunità, ma che senza un aiuto economico, pur non rilevante, non vedrà la luce.

Viene spontaneo chiederle perché ha lasciato la presidenza del CID e che cosa pensa delle scelte del Comune di Sondrio sul rinnovato Teatro Sociale. Floriana appare amareggiata.

Cinquant’anni di attività sulle spalle sono tanti con difficoltà, persino burocratiche, assillanti, giusto quindi passare la mano. Non c’è solo questo. Ha pesato, lo si capisce, anche il disinteresse delle ultime Amministrazioni del Comune che pure hanno sempre finanziato varie altre attività musicali, anche estranee al contesto cittadino, ma non il Cid che da prima del duemila non ha più avuto nemmeno quel piccolo sostegno annuale che le stesse in altri tempi garantivano”.

Cinquanta anni di attività si sarebbero dovuti considerare patrimonio della città perché il livello musicale era tale da aver attirato anche l’attenzione e la successiva collaborazione del Teatro alla Scala e dell’Accademia del Teatro alla Scala concretizzata addirittura con prime esecuzioni assolute nonché opere e balletti inseriti nei nostri cartelloni musicali. I grandi interpreti di fama internazionale, i vincitori dei concorsi più prestigiosi, i compositori del xx° secolo, il grande jazz …risultati importanti dei quali non si è tenuto alcun conto nella vicenda Teatro Sociale”.

Nessuna polemica ma amarezza.

Un peccato - infatti aggiunge - perché il reticolo di rapporti e di conoscenza che era stato tessuto negli anni poteva essere, insieme alla specifica competenza e alla passione del direttore artistico Giovanni Mazza, un investimento nel futuro”.

Sulle scelte fatte, comunque, compresa quella di affidare la programmazione musicale del nuovo Teatro del Capoluogo agli Amici della Musica di Sondalo, Floriana, espresso il suo augurio per l’attività musicale in una sede finalmente adeguata, torna alle origini, a quel CID che si occupava di cultura e giornalismo nell’interesse della valle. Rileva analoga situazione per le leve dell’informazione, stampa e TV, diventate oggi appannaggio di esterni Un ‘altra abdicazione peraltro ben più ampia del Capoluogo a cui non è estraneo, settore musicale compreso, il famoso detto del “nemo propheta in patria.

Capisco che la passione culturale e musicale è per Floriana importante e motore di passione almeno tanto quanto la scultura e capisco anche quanto, a volte, la sua semplicità e positività abbiano spinto a non valutarne appieno la ricchezza intellettuale, la determinazione, la generosità. 

Alfonsina Pizzatti